Omaggio a Nicolas Philibert

Quello di Nicolas Philibert è un cinema interamente costruito sull’uomo: ciò che più gli interessa è osservare e cogliere gli sviluppi di una situazione che si crea dal contatto, in un dato luogo, in una data situazione, tra la macchina da presa (“un sismografo ultrasensibile costantemente in allerta”, lo ha definito Jean-Claude Loiseau) e le persone che popolano i suoi film (“documentari” è un termine che non ha mai amato). Poco importa che l’oggetto del suo sguardo sia il mondo dei capitani d’industria, il dietro le quinte di un grande museo, un istituto per malati mentali, una classe unica di un villaggio dell’Auvergne, un’impresa sportiva o una vecchia scimmia un po’ malinconica di uno zoo. Da questa volontà insieme di comprendere e di entrare in connessione emotiva con i ‘personaggi’ osservati nascono storie piene di pathos, poesia, umorismo e impegno che rendono Philibert uno dei grandi registi della condizione umana.