Il pensiero che cambia le cose.
100 anni di Basaglia al cinema

Quando entrò per la prima volta in un manicomio, nel 1961, Franco Basaglia pensò immediatamente al carcere fascista conosciuto da ragazzo. Rifiutò di firmare gli ordini di contenzione e iniziò subito l’opera di trasformazione dei luoghi e delle logiche manicomiali: l’eliminazione delle camicie di forza e dei lacci nei letti, delle ‘terapie’ a base di elettroshock e insulina, degli ambienti malsani, della denutrizione. Voleva creare nel paese una coscienza sanitaria, che poi è coscienza democratica, e per farlo sapeva quanto fosse necessario raccontare non solo l’orrore dei manicomi – per chiuderli mai più riaprirli – ma anche le storie delle persone che ci vivevano, ritrovandone le identità perdute. Invita giornalisti e cineasti a testimoniare la rivoluzione in atto. Autori come Bellocchio, Agosti, Depardon varcano i cancelli dei manicomi: oltre a documentare, il loro cinema diventa motore del cambiamento. A 100 anni dalla nascita di Basaglia vogliamo ricordarlo con alcuni di quei film, riportando in sala l’attualità del suo pensiero.