Prova d’orchestra

La cronaca di una giornata di prove di un gruppo di musicisti, tra grane sindacali e la presenza di una troupe televisiva, diventa per Fellini l’occasione di un dolente apologo dell’Italia di fine anni Settanta e del suo “alienato rassegnarsi all’abnorme, al delirante, al mostruoso” (Fellini). “Nei ritratti degli orchestrali si conferma l’estro dell’antico caricaturista, ma esaltato in una dimensione gogoliana, mentre la figura del direttore è in parte l’occasione di uno sfogo autobiografico, in parte un’autocritica spinta al paradosso” (Tullio Kezich).