Mio zio

(Francia-Italia/1958) di Jacques Tati (117')
Mio zio

(Francia-Italia/1958) di Jacques Tati (117')

Il piccolo Gérard vive con i ricchi genitori in una villa “pretenziosamente modernista, così geometrica da aver perso qualsiasi carattere umano o abitabile” (Tati). L’unico in grado di regalargli momenti di gioiosa semplicità è il maldestro zio Hulot, sognatore bohémien. Nel terzo lungometraggio di Tati il conflitto tra tradizione e modernità è giocato visivamente in termini soprattutto spaziali e architettonici. Delimitate da un muretto di mattoni, la parte vecchia e nuova della città rappresentano infatti due opposte concezioni della vita e del mondo.

Repliche passate