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Comunicare con gli alieni. Un bel problema. A volte servono note musicali per fare amicizia (Incontri ravvicinati del terzo tipo – il film ritrovato del mese), a volte serve la musica country per difendersi dall’attacco (Mars Attacks!), altre volte servono telefoni interstellari (E.T.) e altre ancora si ricorre a scritte e logogrammi (Arrival). Ma il tema è sempre quello: sono qui per aiutarci o per distruggerci? In Ultimatum alla Terra vengono ad avvertirci: se sgarrate ancora, vi distruggiamo (saremo in grado? A giudicare da Bugonia, no). In District 9 per sicurezza li sbattiamo in apposite bidonville e li schiavizziamo. In Attack of the 50 Foot Woman una casalinga alienata in tutti i sensi diventa extralarge a causa di un UFO. Di base, sembra proprio che gli extraterrestri arrechino danni meno gravi di quelli che siamo già in grado di infliggerci da soli, in quanto specie ottusa e bellicosa – come ci fanno capire satireggiando Starship Troopers e il pionieristico Le Voyage dans la Lune, in cui Méliès al tempo stesso fonda la fantascienza e ne costruisce una gioiosa parodia.
Roy Menarini
(USA/2016) di Denis Villeneuve (116′)
(E.T.: The Extra-Terrestrial, USA/1982) di Steven Spielberg (115′)
(USA/1996) di Tim Burton (110′)
(The Day the Earth Stood Still, USA/1951) di Robert Wise (92′)
(USA/1997) di Paul Verhoeven (129′)
(USA/1958) di Nathan Juran (65′)
(USA-Sudafrica-Nuova Zelanda-Canada/2009) di Neill Blomkamp (112′)