Nel maggio nel 1945 il partigiano nazionalista ‘bianco’ Maciek riceve l’ordine di uccidere un vecchio dirigente comunista al rientro in patria dopo anni di esilio. Non ci sono eroi in questa opera-manifesto della cosiddetta scuola polacca, che anticipa il nuovo cinema degli anni Sessanta. Sostenuto da un ritmo incalzante, è il film della delusione, dell’amarezza e dello scacco di un’intera generazione uscita dal terrore dell’occupazione. “Questo film fu per me una rivelazione. Rappresentava la tragedia di una nazione distrutta, della civiltà occidentale distrutta, la tragedia di un popolo sopravvissuto che doveva affrontare un nuovo sistema, rifiutandolo e combattendolo, ma con un senso di sconfitta” (MS). Copia proveniente da WFDIF