“Volevo fare una danza funebre plasmandola con i miti ordinari del western: il vendicatore, il bandito romantico, il ricco proprietario, l’uomo d’affari criminale, la puttana. Volevo mostrare la nascita di una nazione”. E perché nascita ci sia, occorre ci sia una donna. Jill coi soldi del mestiere ha acquistato un terreno e lo difende, mentre la cinepresa di Leone e le note di Morricone si accordano al suo viso e al suo passo, e gli uomini si dividono tra chi è con lei e chi è contro di lei. Il West che muore e la civiltà che nasce saranno lei, che va verso la ferrovia, ripresa dall’alto e verso l’infinito. Il ruolo più maestoso d’una carriera. (pcris)
     
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