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La ‘lei’ del titolo è Marina Vlady. Ma è anche, ovviamente, Parigi. Da un’inchiesta del “Nouvel Observateur”, Godard realizza uno dei suoi film più affascinanti, tra Brecht, sociologia e pop art. Una prostituta e il suo lavoro. La città, tra mutamenti architettonici e vita quotidiana. Godard capta il movimento di una galassia filmando una tazzina di caffè. “È veloce come Rossellini, musicale come Orson Welles, semplice come Marcel Pagnol, efficace come Hitchcock, profondo, profondo, profondo come Ingmar Bergman e insolente come nessuno” (Truffaut).