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“Ironicamente, disperatamente romantico, ostinatamente minimalista, sincero, partecipe. Basta poco per catturarti il cuore e lo sguardo, basta essere bravi e limpidi come Kaurismäki. E avere a cuore la gente, come lui e come Chaplin” (Emanuela Martini). Nel suo ultimo capolavoro, Premio della giuria a Cannes, il regista finlandese racconta di sentimenti lievi e sospesi, di solitudini straniate in un paesaggio umano surreale. Un ritratto di precarietà sociale e affettiva tra cinefilia e mano leggiadra del caso.