Dodici anni dopo Bright Star, la regista di Lezioni di piano s’immerge nei paesaggi del West americano adattando il romanzo omonimo di Thomas Savage e viene premiata col Leone d’argento per la miglior regia all’ultima Mostra di Venezia. Siamo nel Montana del 1925, dove un aspro conflitto famigliare vede protagonisti un carismatico e rude allevatore interpretato da Benedict Cumberbatch e la nuova moglie del suo più sensibile fratello, una vedova con un figlio avuto dal precedente matrimonio (lei è Kirsten Dunst). “Abbandonatevi alle immagini che regala la Campion”, suggerisce Paolo Mereghetti, “al flusso narrativo di un film che sembra volersi perdere nelle pause e nei momenti di sospensione, […] ipnotizzando lo spettatore con immagini di una bellezza inusitata e inattesa che solo apparentemente sembrano portarlo fuori strada: cinema libero, rischioso, ipnotico, che pretende uno spettatore altrettanto libero e disponibile, capace di non farsi prendere né dalla fretta né dai pregiudizi. Ma a cui regala il piacere di un viaggio sempre più raro oggi, dentro la più pura seduzione visiva”.