Nell’agosto del 1948, poco più di tre anni dopo la fine della guerra, uscì nelle sale degli Stati Uniti A Foreign Affair. La Berlino della primavera del 1946, distrutta dalla guerra, con le sue rovine e il mercato nero su cui si fondava la sopravvivenza quotidiana, fa da sfondo alla commedia. Una deputata americana, Phoebe Frost dello Iowa (Jean Arthur), è incaricata di controllare il morale delle truppe di stanza in città. La sua controparte è una cantante in un locale notturno, la tedesca Erika von Schlütow (Marlene Dietrich), che usa le sue arti di seduttrice per irretire un capitano e ottenere da lui calze di nylon, sapone, caffè e una nuova vita. Tuttavia al comando militare americano non sfugge il suo passato di amante di un gerarca nazista.
Quando Billy Wilder le propose per la prima volta il ruolo, nel marzo del 1947, Dietrich si rifiutò ostinatamente di interpretare l’amante di un nazista. Erika von Schlütow era pensata come una figura prevalentemente apolitica, preoccupata soltanto della propria sopravvivenza. Alla fine, su richiesta di Dietrich, fu inserito un dialogo in cui la cantante descrive alla deputata americana la lotta quotidiana per la sopravvivenza in tempo di guerra e nella Berlino postbellica. Quando si esibisce nel locale notturno, Dietrich indossa gli stessi costumi di paillettes che la facevano brillare durante i tour per intrattenere le truppe dell’esercito americano.
Le immagini della città distrutta all’inizio del film furono riprese da Wilder quando era un ufficiale americano di stanza a Berlino dopo la fine della guerra e girava per la città con un cameraman. Poco dopo l’inizio delle riprese, il 18 novembre 1947, la Dietrich fu insignita della Medal of Freedom, la più alta onorificenza attribuita ai civili dagli Stati Uniti, per il lavoro svolto durante il conflitto.
Il film di Wilder divise la critica. Alcuni considerarono di cattivo gusto girare una commedia su un tema così serio. Altri elogiarono la qualità dei dialoghi e l’atmosfera autentica. Le canzoni di Friedrich Hollaender, interpretate con voce profonda da Dietrich e accompagnate al piano dallo stesso Hollaender, sono una chiara allusione a Der blaue Engel.
A Foreign Affair fu candidato all’Oscar per la fotografia e la sceneggiatura e ottenne un notevole successo finanziario negli Stati Uniti. Per il governo militare americano a Berlino, tuttavia, il film – che doveva essere utilizzato principalmente a scopo rieducativo – risultò inaccettabile e venne vietato nella Germania del dopoguerra.
Silke Ronneburg