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In occasione dell’anteprima del suo ultimo film, Divine Comedy, accolto con entusiasmo all’ultima Mostra del cinema di Venezia, presentiamo una retrospettiva dedicata ad Ali Asgari, cineasta iraniano formatosi in Italia, i cui film non sono mai stati proiettati nel suo paese natale. Dalla drammatica notte di Disappearance, alla maternità nascosta raccontata in La bambina segreta, fino ai piccoli surreali episodi di Kafka a Teheran (costati al regista il divieto di lasciare l’Iran), Asgari ha esplorato con empatia e lucidità le tensioni della vita quotidiana e le pastoie della burocrazia sotto un sistema politico e culturale repressivo, mettendo a nudo l’insanabile frattura tra il desiderio di libertà delle giovani generazioni e le spinte oscurantiste del regime. I film si distinguono per inquadrature meditate, silenzi carichi di tensione e una narrazione che unisce ironia e impegno civile. Con i suoi ultimi lavori – Higher Than Acidic Clouds e Divine Comedy – Asgari ha messo la propria condizione di marginalità forzata al centro del suo cinema, sfidando la censura con leggerezza e intelligenza: “i personaggi rispondono con sarcasmo e arguzia silenziosa: umorismo come resistenza laddove la ribellione è pericolosa”.
(Komedi-e elahi, Iran-Italia-Francia-Germania-Turchia/2025) di Ali Asgari (98′)
(Ayeh haye zamini, Iran/2023) di Ali Asgari e Alireza Khatami (77′)
(Napadid sodan, Iran-Qatar/2017) di Ali Asgari (89′)
(Ta farda, Iran-Francia/2022) di Ali Asgari (86′)
(Iran/2024) di Ali Asgari (70′)