Cinema Modernissimo:
all’origine del progetto

Il restauro e la riapertura del Cinema Modernissimo è un’operazione di restituzione alla città di un luogo sparito da 15 anni, eppure rimasto nella memoria dei bolognesi. Questo restauro chiude un cerchio: riportiamo in vita due mondi sotterranei, il Sottopasso di via Rizzoli, che è già diventato uno spazio espositivo permanente, e il Cinema Modernissimo, suggellando quella dimensione culturale importante, simboleggiata da un tratto di via Emilia, che la riapertura degli spazi rende visibile al pubblico, che ci ricorda la storia plurimillenaria della nostra Città. Possiamo dire che sarà ancora più evidente come noi camminiamo sulla storia.

Per viaggiare nel tempo fino al Modernissimo delle origini, abbiamo fatto appello a un grande scenografo, Giancarlo Basili, tra i più autorevoli del cinema italiano, noto nel mondo per aver dato una dimensione concreta all’immaginario visivo dell’Amica geniale. Perché uno scenografo e non un architetto? Perché la struttura architettonica del Modernissimo era già data, mentre noi avevamo bisogno di un artista che ci facesse sognare e facesse del Modernissimo il luogo della sorpresa, ci facesse entrare in quest’Atlantide del cinema. Giancarlo Basili ha seguito un doppio binario: da un lato, ha mantenuto le tracce originali rimaste; dall’altro lato, partendo dalle poche fotografie e dai molti disegni del progetto dell’epoca, ha immaginato la realizzazione di un sito di straordinaria bellezza che celebrasse il cinema, mantenendo il sapore di cento anni fa. A partire dagli anni Settanta abbiamo assistito a un processo di progressiva omologazione delle sale cinematografiche, che agli occhi di noi spettatori appaiono oggi, in tutto il mondo, tutte uguali. Ci siamo mossi in direzione opposta, alla ricerca dell’unicità del Modernissimo. Le prime grandi sale cinematografiche nacquero attorno al 1913, con i primi lungometraggi, e fu proprio un successo italiano, a innescare, nel mondo la creazione dei grandi, sorprendenti, palazzi del cinema, fu Quo Vadis? di Enrico Guazzoni, prodotto dalla Cines, che ha innescato la nascita di luoghi dedicati agli eventi cinematografici e non più ricavati da altri spazi. La prima fonte di ispirazione architettonica furono i teatri all’italiana, ed è questa bellezza originale che abbiamo voluto far rivivere nel recupero del Modernissimo. Con un’ulteriore particolarità, che riguarda la storia di Bologna: il palazzo che ospitò fin dall’inizio il Modernissimo nacque contestualmente all’allargamento di quella che oggi si chiama via Rizzoli, operazione che portava con sé un’idea di trasformazione della città. Così il primo palazzo della modernità, a Bologna, ha nel suo cuore il Modernissimo. Un luogo utopico, unico e irripetibile, fin dal suo progetto iniziale.

Gian Luca Farinelli