Fondo Maria Letizia Pascoli
La Storia
Il successo è immediato e di grandi proporzioni, testimoniato dalle centinaia di lettere e cartoline ricevute da ammiratrici e ammiratori della sua età. Mariù diventa la Shyrley Temple italiana.
La popolarità le vale la partecipazione ad altre quattro pellicole: La fuggitiva (1941) di Piero Ballerini, Gran premio (1943) di Giuseppe Musso jr e Umberto Scarpelli, Senza famiglia e Ritorno al nido (1946), entrambi di Giorgio Ferroni.
Nel dopoguerra niente più cinema, solo qualche esperienza a teatro o nel doppiaggio. In compenso si diploma in pianoforte, didattica della musica e clavicembalo. Al conservatorio G. Rosssini di Pesaro sarà titolare della cattedra di clavicembalo per ventisette anni.
Nel 1955 sposa Gianluigi Degli Esposti, giornalista e co-fondatore, assieme a Nicola Matteucci, Luigi Pedrazzi tra gli altri, della rivista ‘Il Mulino’. Su quella stessa rivista, Maia Letizia Pascoli pubblica quattro articoli, tra il 1970 e il 1971, tutti di carattere musicale (Stravinskij, Béla Bartók).
Nel 1973 è tra le fondatrici dell’Associazione Clavicembalistica Bolognese. Nel 1998 è tra le promotrici del Concorso Internazionale di Clavicembalo Gianni Gambi, concorso che si tiene ogni due anni a Pesaro.
Nel 2009 torna all’arte drammatica, collaborando col Teatro del Navile di Nino Campisi.
Il Fondo
Della breve ma intensa carriera di attrice bambina, Maria Letizia Pascoli ha conservato documenti e fotografie. Tra le carte si possono annoverare le sceneggiature di Piccolo mondo antico e La fuggitiva, materiale promozionale e rassegna stampa dei film a cui ha partecipato e una corposa corrispondenza che documenta da un lato la sua vita privata e, dall’altro, quella professionale; moltissime le lettere e le cartoline di bambine e bambini che le scrivono per complimentarsi con lei, dimostrando la sua grande popolarità.
Le oltre duecento fotografie, sono altrettante testimonianze del suo successo cinematografico (sono presenti i ritratti grazie ai quali fu chiamata dal regista Soldati per il ruolo di Ombretta) e non solo; un piccolo nucleo di scatti appartengono invece alla sfera familiare.
Infine, la documentazione d’epoca è accompagnata dalle memorie scritte da Maria Letizia che lascia ai posteri uno spiritoso ritratto di sé bambina e uno scorcio inedito sul cinema italiano a cavallo tra il periodo bellico e post-bellico, costellato di gustosi aneddoti.
Sul magazine online Cinefilia Ritrovata, il Romanzo di Mariù, una rubrica tratta dalle memorie scritte da Maria Letizia che lascia ai posteri uno spiritoso ritratto di sé bambina e uno scorcio inedito sul mondo del cinema italiano a cavallo tra il periodo bellico e post-bellico, costellato di gustosi aneddoti.
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