E riguardo all’industria cinematografica, Petri commenta: “Il cinema è cosa giovane, per giovani… […] Purtroppo capita come fra i giornalisti e i politici. Che invece dei giovani imperano le solite settanta persone, registi, attori, sceneggiatori, produttori, un potere che intendono non dico cedere ma neppure dividere o mettere in discussione… Chi detiene il potere reale nel cinema? Il monopolio delle sale. È il monopolio delle sale che decide se un film a da ‘star su’ tre giorni, o un anno, intendo. […] Mi pare chiaro che liberalizzando lo scambio, il commercio in questo caso intellettuale, si rinnoverebbe anche il modo di produrre […] Oggi la tecnica rende possibile la massima velocità produttiva e, al contrario, una delle grandi cause della sua sclerosi è proprio l’enorme iato che trascorre tra ideazione realizzazione: io comincio Todo modo dopo undici mesi di intralci e, per contro, il film anche spettacolare fattibile in pochi giorni, in poche ore… ma significherebbe libertà e questo non piace a nessuno…”
Lina Coletti, L’inferno usato come un ricatto, in ‘L Europeo’, n. 49, 5 dicembre 1975