Storia del cinema italiano

Italia Taglia e la censura di ‘Peccato che sia una canaglia’

“Italia Taglia”, partito come un gioco di inguaribili curiosoni è diventato […] un progetto di ricerca di grande impegno e di lunga durata […] Finalmente il tema della censura nella storia del cinema italiano viene sottratto all’ambito di una pur importantissima polemica politica e culturale per diventare oggetto di un’attenta e imparziale ricostruzione storica. [Il censore] non usa solo forbici, ma soprattutto parole. Parole e parole, su montagne di carta.
(Giuseppe Bertolucci, “Adulti con riserva”, Italia Taglia, 1999).


Queste montagne di carta sono state raccolte nel 1999 da ricercatori, storici e archivisti, dando vita all’importantissimo progetto “Italia Taglia”, che comprende anche una banca dati digitale grazie alla quale è stato possibile scoprire un interessante fatto di censura su Peccato che sia una canaglia. Di Alessandro Blasetti del 1954 con Vittorio De Sica e l’ancora non iconico duo composto da Sophia Loren e Marcello Mastroianni, questo film, al momento distribuito da Cineteca nella sua versione restaurata in occasione di Mastroianni 100, segnò il loro debutto insieme sul grande schermo.

Peccato che sia una canaglia subirà numerosi interventi di censura. In particolare, la Commissione di revisione cinematografica si preoccupa del materiale promozionale che raffigura Sophia Loren un po’ troppo svestita. Non si fa attendere il timbro “SI DISAPPROVA”, corredato dalla seguente comunicazione:

“Viene vietata l’affissione pubblicitaria, che riproduce Sophia Loren dietro una staccionata, apparsa su una rivista di settore”.

Esiste tuttavia, e in numerose copie, del materiale pubblicitario nella versione messicana, il che può farci pensare che la stessa censura non sia stata applicata in quel Paese!

Tanti altri documenti inerenti Peccato che sia una canaglia sono esposti nella Galleria Modernissimo per la mostra “Tutti De Sica“, visitabile fino al 12 gennaio 2025.
Il Fondo Alessandro Blasetti, che contiene anche il materiale pubblicitario che fece tanto scalpore, è consultabile presso la biblioteca Renzo Renzi previo appuntamento.

Altri approfondimenti dagli archivi