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L’Archivio Film si compone di oltre 70.000 titoli. Lavora in continua relazione con altre cineteche, enti pubblici, società di produzione e distribuzione, collezionisti, autori cinematografici e loro eredi.
Negli ultimi anni, l’incremento annuo della collezione si è assestato su una cifra variabile tra i 1.500 e 2.500 nuovi ingressi all’anno (attraverso depositi, scambi, donazioni o, in casi molto particolari, acquisti).
Tutti i film oggetto di nuove acquisizione sono dettagliatamente inventariati e catalogati, e conservati nelle migliori condizioni consentite. La collezione filmica della Cineteca è costantemente monitorata, sia per venire incontro alle richieste di proiezioni e lavorazioni di laboratorio, sia per verificare lo stato dei materiali di alcuni dei fondi custoditi.
Una delle maggiori esistenti al mondo: circa 400 titoli, tra i quali spiccano i film della grande stagione del divismo italiano (con Francesca Bertini, Pina Menichelli, Lyda Borelli,…), le serie dei comici (Polidor, Kri-Kri, Cretinetti…), i documentari di guerra, i “dal vero”, i kolossal storici, i film di Maciste, le commedie sentimentali napoletane…
Conservati nelle migliori edizioni esistenti, grazie a restauri spesso effettuati in collaborazione con alcune delle più prestigiose cineteche internazionali: Nosferatu, Faust e Aurora di Murnau, L’uomo che ride di Leni, Il gabinetto del Dottor Caligari di Wiene, Sangue e arena di Niblo, Diario di una donna perduta, La via senza gioia, Il vaso di Pandora di Pabst, Vampyr di Dreyer, La Chute de la Maison Usher di Epstein. Harakiri di Lang, Nana di Renoir, Nuova Babilonia di Kozincev e Trauberg…
Un’autentica miniera di gioielli da riscoprire risalenti al primo quindicennio della storia del cinema, continua fonte di sorpresa e piacere.
In nuove copie restaurate: Appunti per un’Orestiade africana di Pasolini, Il bidone di Fellini, Banditi a Orgosolo di De Seta, Per qualche dollaro in più e Giù la testa di Leone, La ragazza con la valigia di Zurlini, I dolci inganni di Lattuada, Il tempo si è fermato e Il posto di Olmi, La rabbia di Pasolini e Guareschi, L’udienza di Ferreri, Totò e Carolina di Monicelli, Le amiche di Antonioni, India e La macchina ammazzacattivi di Rossellini, Il conformista di Bertolucci.
Con progetti di ricerca e di restauro che hanno riportato alla luce pagine importanti della nostra cultura, spesso ingiustamente dimenticate: oltre al ponderoso fondo della Corona Cinematografica, ricordiamo i lavori di Vittorio De Seta, di Renzo Renzi, di Elio Piccon, della Panaria Film, di Francesco Mingozzi, Sonego, Maselli, Di Carlo e Comencini, così come le attività del gruppo Ipotesi Cinema…
Restaurati nell’ambito del Progetto Chaplin: in particolare i capolavori a lungometraggio muti e sonori, e le comiche dirette e interpretate per la Keystone Company nel 1914.
La più longeva casa di produzione italiana tuttora esistente ha depositato presso la Cineteca un autentico patrimonio di cinema popolare e d’autore che rappresenta uno spaccato insostituibile della storia del cinema nazionale.
Un’altra collezione di rilievo primario nella storia del cinema italiano depositata in Cineteca, in cui sono presenti anche film originariamente prodotti da Rovere, Lux e Vides. Di particolare interesse la produzione relativa agli anni Quaranta e Cinquanta con opere di Visconti, Freda, De Santis, Monicelli, Rosi, Germi, Emmer, Soldati.
Raccoglie un cospicuo numero di opere relative all’attività del Partito Comunista Italiano, tra le quali spiccano produzioni di ambito regionale e cittadino.
Dai classici degli anni Venti alle opere del disgelo, dai film stalinisti a quelli del dissenso degli anni Settanta e Ottanta; oltre mille titoli che costituiscono la più importante raccolta esistente fuori dalla Russia.
Composte rispettivamente da 1300 e 2500 titoli, hanno permesso la sopravvivenza in pellicola delle grandi stagioni del cinema classico hollywoodiano ed europeo, grazie all’irripetibile passione di chi le ha create e nel tempo arricchite, Piero Tortolina e Baldo Vallero.
In una regione ricca di cinema come l’Emilia-Romagna, il paesaggio inconfondibile del Delta del Po è stato teatro di un nutrito numero di ottimi film: da Paisà di Rossellini al La donna del fiume di Soldati, da Il grido e Al di là delle nuvole di Antonioni a La neve nel bicchiere di Vancini, da L’Agnese va a morire di Montaldo a La casa dalle finestre che ridono di Avati, solo per citarne alcuni.Ma è soprattutto nel documentario che il territorio del Delta è stato indagato e attraversato in tutta la sua complessità: tra fascino naturalistico e violenza degli elementi, lirismo del lavoro e disperazione della miseria, bonifica agricola e alfabetizzazione dei contadini…
La Cineteca di Bologna, nell’ambito del progetto ‘Destinazione Parchi del Delta del Po’ promosso dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po e volto alla creazione di un Centro di documentazione cinematografica del Delta, ha portato a termine il restauro digitale di circa trenta documentari realizzati nell’area, coprendo un arco temporale che va dal 1942 al 1982. Un corpus di opere che permette di osservare i profondi mutamenti che il Delta ha conosciuto in quarant’anni cruciali: da Comacchio di Francesco Cerchio, girato all’inizio degli anni ’40, ad Alluvione del 1949, uno dei primissimi lavori del giovane Florestano Vancini, realizzato in coppia con Adolfo Baruffi; da Paludi (1960) di Aglauco Casadio, regista che un paio di anni prima già aveva girato nel Delta Un ettaro di cielo, lungometraggio tra neorealismo e surrealismo con Marcello Mastroianni e Rosanna Schiaffino che meriterebbe maggiore considerazione, a Quando il Po è dolce di Renzo Renzi, realizzato in collaborazione tra gli altri con Enzo Biagi e Sergio Zavoli nel 1952.