Per una storia della censura senza censure
L’archiviazione dei materiali censurati non sarà che la prima tappa di un progetto più complesso, concentrato non solo su singoli eclatanti episodi, ma in grado di ricostruire un’attività come quella revisione cinematografica, a partire dalla sua storia e dai suoi metodi, fino ai suoi obbiettivi e i suoi effetti. Di conseguenza la conservazione e lo studio delle immagini procederanno di pari passo a quello della relativa documentazione cartacea, fatta di visti di censura e di arcipelaghi di pratiche burocratiche, talvolta anche giudiziarie. Tanto più che per vagliare l’immenso archivio censorio costituito da migliaia di tagli, dossier ministeriali, testimonianze di protagonisti, carte delle società produttrici, articoli di riviste e giornali si è cercato il coinvolgimento dell’Università. In particolare con gli atenei di Bologna e di Padova, dove si sono costituiti gruppi di lavoro che avranno come prima finalità obiettivo l’assegnazione di alcune tesi di laurea sui materiali acquisiti e conservati nell’ambito del progetto.