L’arrivo del Fondo Villani all’Archivio Fotografico della Cineteca di Bologna segna l’inizio delle attività del nuovo Centro Renato Zangheri. I lavori per il recupero di quello che era il Parcheggio Giuriolo, costruito per i Campionati mondiali di calcio nel 1990, sono stati progettati dallo studio Antonio Iascone & Partners (vogliamo ricordare l’ingegner Antonio Iascone, a pochi giorni dalla scomparsa). I lavori sono suddivisi in due stralci: il primo stralcio ha già visto il completamento del piano terra, dove si trasferiranno le importanti collezioni filmiche e fotografiche della Cineteca di Bologna.
Un nuovo polo, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, il cui piano terra si completerà nel 2024 con gli armadi compattabili per la conservazione dei fondi. Parallelamente, sono iniziati i lavori del secondo stralcio, riguardanti il piano superiore, dove troveremo il laboratorio L’Immagine Ritrovata, che qui potrà avvalersi di spazi e tecnologie per proseguire il suo percorso di crescita ed innovazione, già riconosciuto a livello internazionale.
Il primo stralcio, sostenuto dal Comune di Bologna attraverso le risorse del Bando Periferie, ha avuto un costo di 8 milioni di euro; il secondo stralcio, sempre sostenuto dal Comune di Bologna, ma attraverso i fondi del PNRR, ha un costo di 9 milioni di euro. A ciò si aggiungono le spese per gli armadi compattabili e gli scaffali, sostenute dal Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, attraverso i fondi per l’attuazione delle Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile (Atuss), per un ammontare di 1 milione e mezzo di euro.
Il progetto del nuovo Centro Renato Zangheri ha inoltre ricevuto, negli anni, il sostegno di alcuni sponsor privati: Gruppo Hera, IMA, Marposs, G.D, Manifatture Sigaro Toscano. Ma non si tratta solo di questo: il progetto del Centro Renato Zangheri – Cineteca di Bologna rappresenta un importante intervento di rigenerazione del contesto urbano in cui è inserito e ambisce ad una forte apertura alla città e al quartiere, attraverso aree verdi, un punto di ristorazione, aule didattiche per la formazione e una sala per le proiezioni cinematografiche.
È questa la visione della quale il Fondo Villani rappresenta la prima pietra: un lavoro, quello sul Fondo Villani, la cui durata è stimata di 10 anni, suddiviso in 5 lotti. La Cineteca di Bologna si impegna a completare le lavorazioni riferibili al primo lotto entro la fine del 2025, finanziate dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il bando Digitalizzazione del patrimonio culturale, con risorse europee del Programma regionale Fesr 2021-2027.
Un progetto di grande respiro per restituire al Fondo Villani l’importanza che merita un patrimonio di tale valore.
Ripercorriamone brevemente la storia: lo studio di Achille e Vittorio Villani fu attivo a Bologna, dicevamo, dal 1914 al 1980. Nel 1988 il Fondo fu acquisito dalla Fratelli Alinari IDEA S.p.a., dal fallimento della Achille Villani e Figli S.r.l., dopo una segnalazione pervenuta da Andrea Emiliani, allora Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Bologna e per conto del Tribunale di Bologna. In seguito all’acquisto, la Fratelli Alinari, nel rispetto della richiesta da parte della Soprintendenza di lasciare il Fondo nella sua città di origine, mantenne a Bologna l’intero Archivio, per poi trasferirlo a Firenze nel 2001 presso la sede storica di Largo Alinari. Il trasferimento, autorizzato dalla Soprintendenza, nasceva dall’esigenza per l’azienda di contenere i costi della sua custodia a Bologna. Successivamente, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana dichiarò di interesse storico particolarmente importante tutto il patrimonio Alinari, compreso quindi il Fondo Villani, divenendo nel 2019 di proprietà della Regione Toscana. Il trasferimento a Bologna si pone l’obiettivo primario di proseguire la corretta conservazione del Fondo, di facilitarne la fruibilità, di svilupparne la valorizzazione. A oggi, sono catalogate e digitalizzate 8mila fotografie. In questo prossimo biennio, si conta di digitalizzare 60mila negativi su pellicola e 30mila gelatine bromuro d’argento su lastra di vetro e di catalogare, da queste digitalizzazioni, 5mila immagini.