Hud il selvaggio

Ambientata nel Texas “delle Cadillac e delle mandrie, del frinire dei grilli e delle radio a transistor” (Pauline Kael), questa storia d’una famiglia ranchera e della sua decadenza dovrebbe condurci a provare disprezzo per il nichilismo amorale del giovane Hud; ma è il 1963, e Paul Newman ha quegli occhi e quel broncio, dunque l’operazione non riesce; riesce piuttosto bene invece il film, che Martin Ritt trae da un romanzo di Larry Mc-Murtry. La sfida con il James Dean del Gigante è inevitabile, e Paul la affronta a fronte alta e scoperta. L’ironico sottinteso sessuale dei suoi scambi con Patricia Neal, che ebbe l’Oscar, è un intatto esempio di accordo impeccabile tra recitazione, scrittura e regia. (pcris)