Nel film che più amava tra quelli che aveva realizzato, Monicelli recupera un voltar di pagina della storia sociale italiana con delicatezza, coerenza e passione, e ricostruisce "i movimenti operai e socialisti di fine Ottocento in una Torino industriale che conserva i segni romantici della cultura risorgimentale"(D'Agostini). Una nobile causa, una narrazione limpida, un bellissimo Mastroianni nel ruolo dell'anarchico professor Sinigaglia, il cui coté alla De Amicis è solo un vibrante tocco d'ironia monicelliana. Soggetto e sceneggiatura nominati all'Oscar (pcris)