Lubo

(Italia-Svizzera/2023) di Giorgio Diritti (175')
Lubo

(Italia-Svizzera/2023) di Giorgio Diritti (175')

Con: Franz Rogowski e Valentina Bellè

Classificazioni:
Discriminazione e odio Età 6+ Sesso Turpiloquio Uso di armi Violenza
Scarica la cartolina

 

Ispirandosi al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, Diritti ci racconta la vita di un uomo – il Lubo del titolo – di etnia Jenisch, un popolo nomade come i Rom e i Sinti oggi diffuso in mezza Europa, per lo più in forma ormai stanziale, ma che fra le due guerre è stato oggetto nella civilissima Svizzera di un vero e proprio annientamento culturale. Nel 1921 fu infatti fondata l’associazione ‘filantropica’ Pro Juventute, il cui scopo era togliere i bambini dalla strada: molti piccoli Jenisch (si parla di oltre duemila) furono così sottratti alle famiglie e costretti a diventare ‘civili’ [...]. È quanto succede ai figli di Lubo, un artista di strada che nella Svizzera del 1939 viene arruolato di forza nell’esercito elvetico, nel timore di un’invasione tedesca. Mentre Lubo è sotto le armi i suoi tre figli vengono prelevati, e sua moglie uccisa nel tentativo di impedire il sequestro. Quando l’uomo viene a sapere tutto, la sua vita pare spezzata, ma le sue risorse sono infinite [...]. Da quel momento in poi Lubo diventa un Mattia Pascal vendicatore, dedito alla ricerca dei suoi figli ma anche ad affermarsi nella società svizzera-italiana del dopoguerra, sfruttando talenti truffaldini che non sapeva nemmeno di possedere. Lubo è curiosamente simile a Volevo nascondermi, il precedente film di Diritti sul pittore Ligabue. Almeno nelle premesse: la storia di un emarginato, un artista ‘povero’ e istintivo, che deve sopravvivere in un ambiente ostile. Lo sviluppo è però feroce, darwiniano: Lubo diventa un assassino quasi per caso, ma da quel momento in poi il suo animus pugnandi fa di lui una macchina da guerra, la cui ascesa sociale è una feroce rivalsa nei confronti del mondo borghese che gli ha distrutto la vita.

Alberto Crespi


 

Lubo è un uomo solo che improvvisamente si trova in guerra con il mondo, non accetta e lotta contro questa folle discriminazione, vuole ritrovare i suoi figli e cerca nel volto delle varie donne che incontra il volto di sua moglie. Vuole ricostruire un futuro possibile esprimendo anche il suo desiderio di amare, di ritrovare e credere comunque nell’amore. Il suo percorso, tra i vari cantoni della Svizzera e dell’Italia, si dipana in un tempo storico di venti anni in cui si evolvono episodi carichi di forte drammaticità, suspense, passione, coraggio. Nello svolgersi degli eventi emerge quanto principi folli e leggi discriminatorie generino un male che si espande come una macchia d’olio nel tempo, penetrando nelle vite degli uomini, modificandone i percorsi, i valori, generando dolore, rabbia, violenza, ambiguità... ma anche un amore per la vita e per i propri figli che vuole sopravvivere a tutto e riportare giustizia.

Giorgio Diritti

Repliche passate