Svizzera, 1939. Lubo (Franz Rogowski) è un artista di strada nomade che viene arruolato di forza nell’esercito elvetico. Mentre è sotto le armi i suoi tre figli vengono prelevati per essere “rieducati”, e la moglie rimane uccisa nel tentativo di impedire il sequestro. Liberamente ispirato al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, che ripercorre i soprusi di cui furono vittima gli “zingari bianchi” di etnia Jenisch, il film di Diritti è una riflessione, quanto mai attuale, sulla paura del diverso e sulle sue drammatiche conseguenze. “Nello svolgersi degli eventi emerge quanto principi folli e leggi discriminatorie generino un male che si espande come una macchia d’olio nel tempo, penetrando nelle vite degli uomini, modificandone i percorsi, i valori, generando dolore, rabbia, violenza, ambiguità…ma anche un amore per la vita e per i propri figli che vuole sopravvivere a tutto e riportare giustizia” (Giorgio Diritti).