Cine-concerto Il monello di Charlie Chaplin con le musiche dal vivo

Lunedì 15 aprile, alle ore 20, al Cinema Modernissimo il capolavoro muto di Charlie Chaplin Il monello sarà accompagnato dal vivo dall’Ensemble Concordanze, diretto da Timothy Brock.


Timothy Brock è compositore di riferimento internazionale che lavora da decenni sul restauro e l’adattamento delle colonne sonore scritte dallo stesso Chaplin per le riedizioni, nei decenni successivi, dei suoi film muti.

In occasione della serata al Modernissimo, Brock ha realizzato una riduzione per ensemble, a partire dalla sua partitura orchestrale: “Chaplin era anziano ma ancora molto attivo quando compose la colonna sonora per Il monello al pianoforte di casa a Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, nel 1971”, ha raccontato Timothy Brock. “Compose diciotto distinti movimenti e affidò al suo fedele collaboratore Eric James il compito di trascriverle per partitura (su due pentagrammi). Per orchestrare le musiche e dirigere la sessione di registrazione fu chiamato l’arrangiatore e compositore inglese Eric Rogers. La colonna sonora fu composta per la versione rieditata da Chaplin nel 1971, e fu registrata in un solo giorno, il 25 ottobre di quell’anno. Come per tutti gli altri suoi film, le musiche composte da Chaplin non erano pensate per essere eseguite dal vivo e venivano registrate in studio per la proiezione al cinema o il passaggio televisivo del film. Per questo motivo furono tutte composte per una velocità di proiezione di 24 fotogrammi al secondo. Il mio lavoro è consistito nell’adattare la colonna sonora composta per la versione sonora del Monello alla versione muta dello stesso (proiettato a 21 fotogrammi al secondo), sviluppando la partitura per allungare i passaggi e mantenendo al contempo la sincronizzazione con le immagini. Mentre per alcune scene più brevi si è trattato semplicemente di sviluppare l’arrangiamento per poche battute, in molti altri casi è stato necessario un lavoro più approfondito, considerando anche che l’orchestrazione di Eric James, già a 24 fotogrammi al secondo, presenta numerose ripetizioni. Per quei passaggi ho fatto riferimento agli appunti originali presenti sulle singole parti a matita e ho ripreso l’orchestrazione da zero usando come modello le partiture di Luci della città (1931), Tempi moderni (1936) e La febbre dell’oro (1925-1942), composte da Chaplin nel suo periodo di massima creatività”.

Cecilia Cenciarelli, responsabile del Progetto Chaplin della Cineteca di Bologna, racconta così il successo del Monello dalla sua uscita nel 1921 alla riedizione del 1972: “21 gennaio 1921. Migliaia di persone si accalcano davanti alla Carnegie Hall di New York per la prima del Monello. L’intero isolato è chiuso al traffico. Nei giorni successivi il film viene presentato nei cinema di tutta la nazione, dove resterà in cartellone per mesi. A marzo, il Kinema Theatre di Los Angeles proietta Il monello quattro volte al giorno, dalle due del pomeriggio alle nove e un quarto di sera, accompagnato e sincronizzato dal vivo da un’orchestra sulla base di una selezione fatta da Chaplin di brani di musica classica e contemporanea. Al suo primo lungometraggio Chaplin sembra aver sintetizzato l’esperienza del cinema delle origini completando la creazione di un universo, di un sentire, oltre che di un personaggio. Il monello aveva dimostrato che era possibile annullare il divario tra il cinema popolare e il cinema d’autore: da quel momento si sarebbe parlato di arte. La sera del 4 aprile 1972 una folla straripante accoglieva Charlie Chaplin all’entrata del Lincoln Centre di New York per una serata in suo onore. Chaplin mancava da vent’anni negli Stati Uniti, da quando cioè gli inquisitori maccartisti l’avevano tacciato di filocomunismo e spinto all’esilio forzato. Ora l’America faceva ammenda e di lì a qualche giorno l’avrebbe consacrato con un Oscar alla carriera. Al suo ingresso, i 2800 spettatori paganti della Philharmonic Hall lo salutarono con una commossa ovazione che scemò solo a proiezione iniziata. Il film era Il monello, che – come Chaplin amava ricordare – era stato l’unico tra tutti ad aver ricevuto critiche unanimemente positive. Era anche la première di una nuova versione del film sfrondato di alcune scene che Chaplin riteneva datate e troppo melodrammatiche: l’immagine della croce, la chiesa e il tentato suicidio della madre (Edna Purviance), così come i brani in cui lei e il padre del bambino (Carl Miller) si rincontrano a una festa. Per la prima volta, questa edizione presentava anche una nuova partitura, frutto della collaborazione tra Chaplin, ormai ottantaduenne, ed Eric James”.

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