Aprile è un mese complicato da programmare, attraversato com’è da tanti giorni di festa. Sarà quindi una festa continua al Modernissimo, con un programma ricchissimo e con le mostre di Garrone e Simenon.
Inizio dalla Liberazione perché mai come oggi sentiamo vicino e importante quel momento. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fiorire di film, soprattutto documentari, che ricostruiscono la lotta di Liberazione. Produzioni indipendenti, spesso realizzate da giovani autori capaci di illuminare figure ed eventi finora oggetto di scarsa attenzione. Troverete anche una selezione del lavoro degli archivi, che – anche grazie alla digitalizzazione – stanno scoprendo in tutto il mondo immagini fino ad oggi sconosciute non solo della guerra, ma anche della vita a Bologna in quegli anni durissimi.
Quando Bond non era un contenuto ma un film
Sembra che Barbara Broccoli, figlia di Albert, calabrese emigrato negli USA che aveva acquistato i diritti di sfruttamento cinematografico di James Bond da Ian Fleming, abbia definito i dirigenti di Amazon fucking idiots. Dopo un lungo braccio di ferro, ha deciso di vendere la sua parte alla multinazionale che, acquisito insieme a MGM il restante 50% del leggendario agente segreto britannico, deciderà d’ora in poi le sue sorti future. Per questo abbiamo scelto cinque Bond straordinari, da godersi nelle mattine di festa.
Sean Baker e Dag Johan Haugerud
Le giurie degli Oscar e della Berlinale hanno consacrato due registi indipendenti, nel pieno della maturità ma ancora poco visti in Italia, che vale la pena di conoscere. Sean Baker non ha solo diretto i suoi film, li ha sempre anche scritti, montati e diretti. Al centro delle sue storie ci sono personaggi marginali; è famoso per i suoi casting atipici, su Instagram e nei supermercati, e per la capacità di lavorare con piccoli budget: Anora, con cui ha vinto quattro statuette, è costato cinque milioni di dollari.
Dag Johan Haugerud, scrittore e cineasta norvegese, ha vinto l’Orso d’oro con Dreams, parte di una trilogia
di cui gli altri capitoli sono Sex e Love. Scrive Vittorio Lingiardi: “i tre film sono l’opera filosofica di un intellettuale capace di sondare i sentimenti con le parole. In questo Haugerud è nipote di Rohmer, de Oliveira e Bergman”.
Siamo felici di accoglierlo al Modernissimo il 18 aprile!
Vive la France
Rendez Vous porta a Bologna una selezione di film francesi recentissimi, che testimoniano l’ottimo stato di salute del cinema transalpino, che vince premi, produce e coproduce film di qualità e mantiene (a differenza della produzione italiana) una solida relazione con il pubblico del proprio paese, anche perché sa rappresentare tutta la Francia, le differenti classi sociali, le varie regioni, gli aspetti più concreti e tangibili della vita. Vi segnalo L’Attachement, che sarà introdotto dalla sua regista, e Il mohicano, raro film realizzato in Corsica da artisti corsi.
Da Tsukamoto a Cronenberg
La benemerita distribuzione italiana delle opere di Shin’ya Tsukamoto, regista e attore giapponese, artista di culto, venerato da Quentin Tarantino, ci ha spinto a introdurlo al pubblico del Modernissimo. Inevitabile il contemporaneo omaggio a quello che Tsukamoto considera il suo maestro, David Cronenberg, che con la sua fantasia ha nutrito l’immaginario contemporaneo. Proponiamo la prima parte della sua filmografia, dove è da subito presente uno dei suoi grandi temi, l’infezione, la contaminazione, il contagio, e dove ribalta la narrazione tradizionale del genere horror, spostando la minaccia non più all’esterno, ma all’interno del corpo umano.
Hackman vive sullo schermo
La morte desolante di Gene Hackman, forse l’attore che ha meglio saputo interpretare un’attitudine umana molto difficile da rappresentare, il cinismo, ci ha spinto ad allestire una rassegna con alcune delle sue memorabili interpretazioni. Dotato di un’ironia innata e naturalmente antipatico, ci piace ricordarlo come uno degli attori più significativi degli ultimi trent’anni del secolo scorso.
Garrone
Impossibile incasellare Matteo Garrone, ma possiamo dire che è il più sorprendente cineasta italiano. Ogni suo film è un mondo in cui convivono curiosità verso la realtà e capacità di ricrearla con uno sguardo originale e potente.
Un’opera che si confronta anche con i grandi nodi irrisolti del nostro paese, capace di raccontare gli ultimi, gli isolati, senza giudizi morali, con una cura dell’immagine che non è mai solo forma, ma sostanza espressiva.
Gli dedichiamo un’integrale, tra aprile e maggio, che avremo il privilegio di vedere proiettata tutta in pellicola: perché Garrone è il primo cineasta italiano che ha voluto creare, anche per i suoi film digitali, negativi e copie 35mm.
Dal 10 aprile allestiamo nella Galleria Modernissimo una mostra dei suoi quadri, che ha realizzato prima di diventare cineasta e che lo hanno portato a far emergere quella che sarebbe diventata la sua lingua, il cinema.
Simenon
Il 10 aprile inauguriamo la mostra dedicata a Simenon, ricchissima e piena di inediti, vero viaggio nel mondo da lui creato, resa possibile grazie alla collaborazione con il figlio John. Pochi scrittori sono stati così cinematografici, hanno dato vita a un mondo fatto di personaggi e atmosfere così fascinose, così generose, così capaci di far scattare la fantasia di registi, sceneggiatori, produttori. Parte questo mese, e proseguiremo in tutti i cartelloni fino a febbraio 2026, un’esplorazione del noir attraverso le trasposizioni dai romanzi allo schermo. Ovviamente iniziamo questo viaggio affascinante con i film tratti da Simenon.
Buon viaggio!
Gian Luca Farinelli