The Flowers Stand Silently, Witnessing / Partition
Partition
(Libano-Palestina-Canada/2025) di Diana Allan (60')
The Flowers Stand Silently, Witnessing
(GB/2024) di Theo Panagopoulos (17')
Première italiana
THE FLOWERS STAND SILENTLY, WITNESSING (GB/2024) di Theo Panagopoulos (17’01’’)
Quando un regista palestinese stabilitosi in Scozia scopre un archivio inedito di pellicole scozzesi dedicate alla flora selvatica della Palestina, decide di riappropriarsene. Questo delicato film saggio si interroga sulla creazione di immagini come strumento di testimonianza e di violenza, quando si intreccia ai legami tra le persone e la terra.
PARTITION (Libano-Palestina-Canada/2025) di Diana Allan (60’35’’)
Partition unisce pellicole d'archivio dell'occupazione britannica della Palestina con registrazioni audio di rifugiati palestinesi in Libano. I film muti raccolti nelle collezioni imperiali racchiudono storie che sono state raccontate solo in minima parte e sguardi coloniali che permeano il presente. Recuperando la presenza palestinese attraverso storie, voci e canzoni, e rivelando tracce del passato coloniale nei paesaggi sonori del precario presente, Partition diventa una riflessione su ciò che i corpi ricordano e gli imperi dimenticano.
THE FLOWERS STAND SILENTLY, WITNESSING (GB/2024) di Theo Panagopoulos (17’01’’)
Quando un regista palestinese stabilitosi in Scozia scopre un archivio inedito di pellicole scozzesi dedicate alla flora selvatica della Palestina, decide di riappropriarsene. Questo delicato film saggio si interroga sulla creazione di immagini come strumento di testimonianza e di violenza, quando si intreccia ai legami tra le persone e la terra.
PARTITION (Libano-Palestina-Canada/2025) di Diana Allan (60’35’’)
Partition unisce pellicole d'archivio dell'occupazione britannica della Palestina con registrazioni audio di rifugiati palestinesi in Libano. I film muti raccolti nelle collezioni imperiali racchiudono storie che sono state raccontate solo in minima parte e sguardi coloniali che permeano il presente. Recuperando la presenza palestinese attraverso storie, voci e canzoni, e rivelando tracce del passato coloniale nei paesaggi sonori del precario presente, Partition diventa una riflessione su ciò che i corpi ricordano e gli imperi dimenticano.