Il film d’esordio di Cuarón è una dramedy messicana, ovvero l’esercizio d’un genere insidioso, che s’impegna a tenere in equilibrio risata e dramma. Nei primi anni Novanta la parola Aids suona ancora come una sentenza di morte, e dunque l’indefesso dongiovanni cui la malattia viene dia- gnosticata comincia a elaborare progetti suicidi. Fatale l’incontro con una ragazza mossa dalle stesse pulsioni. Cuarón scrive la sceneggiatura insieme al fratello Carlos e affida la notevolissima cura dell’immagine a Emmanuel Lubezki, che sarà suo direttore della fotografia fino a Gravity. (pcris)