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Intorno alla mostra Giuseppe Pezzini fotografo ambulante.
Un fiume, una pianura, un mondo che cambia. Come le fotografie dello scattino ambulante Giuseppe Pezzini – in mostra alla Galleria Modernissimo – i film di questa piccola rassegna raccontano la Bassa padana tra gli anni Quaranta e Cinquanta come uno spazio umano prima ancora che geografico, luogo in cui lavoro, desiderio e conflitto sociale s’imprimono sui corpi e sui volti. Dal melodramma storico Il mulino del Po, che fonde affresco sociale e passione privata sullo sfondo della prima meccanizzazione agraria, al reportage militante Quando il Po è dolce. Dal sensuale Riso amaro, in bilico tra neorealismo, noir ed erotismo, al controcampo ideologico di propaganda del corto Noi mondine. Fino al gesto fondativo di Ossessione, con cui Visconti infrange l’idillio dei telefoni bianchi e porta il cinema italiano nella polvere, nel caldo, nella miseria e nella carne. Accostati agli scatti di Pezzini – mondine, braccianti, famiglie colte sulle aie e lungo gli argini – questi film restituiscono l’immagine viva di una civiltà contadina sul punto di scomparire.
(Italia/1949) di Giuseppe De Santis (108′)
(Italia/1949) di Alberto Lattuada (107′)