‘Sealand’ di Vincenzo Campisi | Visioni Acquatiche

Se negli Stati Uniti degli anni Dieci per raccontare l’epopea della Nascita di una nazione il pioniere del linguaggio cinematografico David Wark Griffith impiegò tre ore abbondanti, al più modesto Vincenzo Campisi bastano e avanzano undici minuti per raccontare i fatti memorabili che portano alla proclamazione di indipendenza dei quattro chilometri quadrati di Sealand, piattaforma militare degli anni Quaranta costruita dall’esercito di Sua Maestà a dieci chilometri dalle coste britanniche per tenere a bada i tedeschi, poi abbandonata in tempo di pace ed infine occupata nel 1967 dall’ eccentrico Paddy Roy Bates, ex maggiore della British Army divenuto conduttore radiofonico.
Dall’intenzione iniziale di utilizzare la struttura come base della propria radio pirata, sfruttando la sua collocazione in acque internazionali, alla proclamazione di indipendenza il passo è stato breve, così come la creazione di una vera e propria identità nazionale, di fatto ad appannaggio della propria famiglia, fatta di inno nazionale, un motto (E mare libertas, dal mare la libertà), bandiera tricolore, passaporti ufficiali fino ad atleti esuli che, sebbene residenti sulla terraferma, hanno giurato fedeltà al Principato. Pur usando un piglio giornalistico e gli strumenti del reportage, oltre ad una selezione di materiale video dagli archivi della BBC e una trascinante colonna sonora fatta di buon vecchio rock britannico, Campisi descrive i piccoli grandi fatti che hanno coinvolto Sealand muovendosi in maniera disinvolta tra humour e cronaca, instillando nello spettatore non solo la curiosità di approfondire una vicenda tanto stravagante, ma anche una certa empatia nei confronti del casato dei Bates e del loro desiderio inestinguibile di libertà.
Dopo anni in cui Sealand è stata teatro di scontri a fuoco, tentativi di golpe, crisi diplomatiche e asilo sicuro per server di siti web di file sharing (tutto vero e ben raccontato) oggi la situazione politica del Principato sembra finalmente più stabile. E al termine della visione, per chi decidesse di votarsi alla causa, consola sapere che previo pagamento via PayPal, acquisire un titolo nobiliare ed entrare a far parte della dinastia è a portata di clic. Il social distancing, non c’è che dire, sarebbe assicurato. Lunga vita a Sealand!
di Michele Belmessieri
Corso di alta formazione per la diffusione della cultura e del patrimonio cinematografico (Rif. PA. 2019-11896/RER/01 approvata con DGR n. 1277/2019 del 29/07/2019)

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