L’editoriale di ottobre

Il programma di ottobre nelle sale della Cineteca

Questo programma di ottobre, con tre festival ospitati, densità e pluralità della proposta, autorevolezza degli ospiti, sembra un festival e invece… è il Modernissimo!

Ha al centro un attore di cui celebriamo il centenario e due attori che seppero anche rinnovare la regia. Iniziamo da Vittorio De Sica, a cui dedichiamo nella Galleria Modernissimo (che ospiterà anche l’esposizione di Alice Rohrwacher Bar Luna e la selezione World Press Photo 2024) una mostra imperdibile, uno sguardo sull’Italia e il Novecento ricco di scoperte e di pezzi unici che rende omaggio a quella che è forse la figura che più ha cambiato la storia del cinema italiano: fu lui tra muto e sonoro a modernizzare la recitazione del balbettante cinema nazionale, fu determinate nel restituire popolarità al nostro cinema, avendo poi il coraggio di non indossare la camicia nera, di dire la sua, diventando regista, contribuendo a dare vita al principale evento artistico italiano nel Novecento, il Neorealismo. Dopo vent’anni in cui aveva trasformato tutto, la sua carriera era appena a metà: avrebbe poi interpretato decine di film, avrebbe definito la coppia del cinema italiano, Loren/Mastroianni, avrebbe diretto film importanti, drammi e commedie, vincendo come regista altri due Oscar (quattro in totale). La mostra mette in scena un artista plurale e i tanti De Sica della sua lunga e ricca carriera, ma il titolo ci suggerisce anche che questo attore che si formò senza scuole e che con i suoi film ci ha insegnato a guardare il mondo, ha creato un’opera così alta da raccontarci tutti, da farci sentire Tutti De Sica. A inaugurare l’esposizione sarà il figlio Christian, mentre a fine ottobre un autorevole regista contemporaneo,
Alexander Payne, che omaggiamo con una selezione dei suoi lavori, ci racconterà del suo amore per l’opera di De Sica. Nella programmazione di ottobre mostreremo gli esordi di De Sica, le prime interpretazioni nei film muti, i primi sonori, le deliziose e rare commedie di Mario Camerini, le sue prime regie, fino al primo premio Oscar a un film italiano, Sciuscià. Nei prossimi mesi
continueremo a esplorarne l’opera.

Mastroianni
Mastroianni considerava De Sica, più anziano di lui di un quarto di secolo, il suo Maestro, perché Vittorio aveva imposto in Italia una figura nuova di attore, popolare, amatissimo, nel quale diverse generazioni di italiani si sono specchiati. A differenza di De Sica, Mastroianni non divenne mai regista, ma ha disegnato con le sue interpretazioni, con la sua filmografia un’opera molto particolare. Nessuno è mai stato protagonista di così tanti capolavori, facendo sempre scelte coraggiose, come, ad esempio, dopo La dolce vita e , quando tutti lo volevano latin lover e lui, invece, scelse di inanellare una serie incredibile di film in cui è
impotente, forse omosessuale, cornuto, contribuendo a creare un’immagine diversa del maschio italiano, sensibile, elegante, perdente, ironica, empatica. Forse proprio per questo non ci pare possibile che compia oggi cento anni, perché tra tutti gli attori della sua generazione solo lui ci pare un nostro contemporaneo. È il motivo per cui abbiamo deciso di celebrarlo, non con un solo film, ma distribuendo in Italia addirittura sette capolavori da lui interpretati!

Cassavetes
Iniziamo in questo cartellone l’omaggio a Cassavetes che proseguirà a novembre. I suoi film ci paiono ogni anno più belli, aperti, moderni, capaci di percorrere strade che prima erano impensabili, sperimentazioni tanto perfette da diventare presto lingua comune, che altri cineasti hanno fatto loro, tanto da sembrarci oggi cinema classico. Ha finanziato i suoi film recitando in quelli degli altri e sono stati tutti un’avventura, prima di vita e poi di cinema, con attori che durante le riprese diventavano la materia stessa dei film, con personaggi in rivolta che scappano e che non possono essere imprigionati in un’inquadratura. Un cinema sensuale, vitale, generoso, di un artigiano senza regole, che ha trovato in Gena Rowlands la compagna di una vita e un’interprete così sorprendente da superare i ‘mostri’, attori tutti maschi e straordinari (Alan Arkin, Peter Falk, Ben Gazzara, lui stesso), che componevano la ‘compagnia’ di Cassavetes.

Joker
Chiudo su un film che esce in sala ai primi di ottobre e che ho molto amato. Raramente i sequel sono all’altezza del primo capitolo: in Joker: Folie à deux, Todd Phillips si supera, con un film coraggiosissimo, che forse non eguaglierà i risultati al box office del primo Joker, ma che è vero cinema, che ha il coraggio di guardare lucidamente la società americana (e non solo) del nostro presente e ritrarre un’umanità in preda al panico, all’ignoranza, agli eccessi, che non ha più l’esperienza della vita perché immersa in una realtà virtuale, che si sta trasformando in una infinita copia di Joker, imitazioni che esigono il loro posto sul palcoscenico mediatico. Straordinari Phoenix e Lady Gaga, che aderiscono completamente a un progetto pieno di riferimenti e citazioni cinematografiche, alcune evidenti (Buster Keaton, Band Wagon i cartoni Warner Looney Tunes), altre che abbiamo immaginato (come Les Enfants du Paradis e La Bella e la Bestia di Cocteau), per delle assonanze interessanti, in un’opera che viola tutte le regole, del musical, del sequel, dei film che devono avere successo. 

Colpo di scena finale. A riequilibrare tanta bellezza e tanti maestri, non poteva mancare uno sguardo ai film meno riusciti, per i quali avremo un Virgilio d’eccezione: sarà infatti il cinefilo Paolo Cevoli ad accompagnarci a visitare, al Modernissimo, I Bruttissimi!

Ci vediamo al cinema!

Gian Luca Farinelli

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