‘Ultimo tango a Parigi’ inaugura la retrospettiva dedicata a Maria Schneider

Martedì 11 febbraio, il controverso film di Bernardo Bertolucci sarà presentato dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli

Si è molto parlato della proiezione di Ultimo tango a Parigi cancellata a dicembre dalla Cinémathèque française di Parigi, a seguito delle proteste del movimento #MeToo francese e delle associazioni femministe. La Cineteca di Bologna prende spunto da questa vicenda per rilanciare la riflessione e soprattutto per riportare al centro dell’attenzione Maria Schneider.

In programma al Cinema Modernissimo fino al 20 febbraio, la retrospettiva Maria Schneider, professione: attrice parte proprio da Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, in programma domani, martedì 11 febbraio, alle ore 21.45, presentato dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e proposto insieme a un’intervista in cui Maria Schneider parla dell’esperienza traumatica vissuta sul set e delle dinamiche di potere nell’industria cinematografica e al cortometraggio Maria Schneider 1983 di Elisabeth Subrin che rappresenta un reenactment di quella stessa intervista.

Se Ultimo tango a Parigi la lanciò, appena ventenne, al centro della scena internazionale e dello scandalo, Maria Schneider confermò le proprie doti attoriali due anni dopo nel capolavoro di Michelangelo Antonioni Professione: reporter (in programma giovedì 13 febbraio, ore 21.30).

E per tutte le sue interpretazioni l’attrice francese ha sempre prediletto figure femminili libere, ribelli, anticonvenzionali, come la musicista di A Woman Like Eve di Nouchka van Brakel (domenica 16 febbraio, ore 22.15), l’amica prostituta di La Dérobade di Daniel Duval (martedì 18 febbraio, ore 22.30) o la terrorista di Cercasi Gesù di Luigi Comencini con Beppe Grillo (giovedì 20 febbraio, ore 20).

Maria Schneider, professione: attrice
Cineteca di Bologna – Cinema Modernissimo, dall’11 al 20 febbraio

Martedì 11 febbraio, ore 21.45
ULTIMO TANGO A PARIGI (Italia-Francia/1972) di Bernardo Bertolucci (126’)

“Così Bertolucci e Brando hanno cambiato la faccia del cinema” (Pauline Kael). Il film infiammò gli anni Settanta e, pur recando il segno di quel tempo, ancora turba. A Parigi, due sconosciuti sperimentano l’amour à mort, quel Sesso a lettere maiuscole che molto apparteneva alla cultura francese. Ha segnato la carriera di Schneider, nel bene e nel male. Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale. Per gentile concessione di PEA

a seguire
INTERVISTA A MARIA SCHNEIDER (Francia/1983, 4’)
MARIA SCHNEIDER 1983 (Francia/2022) di Elisabeth Subrin (25’)

Nel 1983, intervistata dal programma televisivo Cinéma, Cinémas, Schneider riflette sul mestiere d’attrice (“molto pericoloso”) a partire da Ultimo tango. Elisabeth Subrin rimette in scena quell’intervista facendo interpretare Schneider da tre attrici.

Giovedì 13 febbraio, ore 21.30
PROFESSIONE: REPORTER (The Passenger, Italia-Francia-Spagna/1974) di Michelangelo Antonioni (126’)

“Michelangelo Antonioni con Professione: reporter ha fatto il suo film più rigoroso ed essenziale. L’avventura di Locke è data per tocchi di una discrezione che rasenta l’impercettibile. L’intercambiabilità angosciosa dei luoghi, delle situazioni, delle persone nel mondo moderno è appena accennata; fatti massicci come l’amore e la morte sono sfiorati con qualche immagine fuggitiva e poi si passa ad altro. Fino all’ultima sequenza, forse la più bella. Jack Nicholson è ineccepibile a forza di bravura e naturalezza. Maria Schneider, stranamente somigliante a Eleonora Duse, conferma definitivamente in questo film, con un gioco di fisionomia che ricorda appunto la grande attrice italiana, le sue qualità interpretative e fotogeniche” (Alberto Moravia).

Domenica 16 febbraio, ore 22.15
A WOMAN LIKE EVE (Olanda/1979) di Nouchka van Brakel (113’)

Durante una vacanza nel sud della Francia, la casalinga olandese Eva s’innamora di Liliane, musicista lesbica e femminista che vive in una comune. Per lei decide di lasciare il marito, ma vorrebbe con sé i figli. Tra i due coniugi si scatena una dolorosa battaglia per la custodia. Pioniera del cinema femminista, Nouchka van Brakel firma un ritratto di donna che con coraggio si oppone alle regole della società patriarcale. Maria Schneider interpreta la bohémienne Liliane, Monique van de Ven è Eva. È il film che l’Olanda candidò agli Oscar come miglior film straniero nel 1979, senza ottenere la nomination.

Martedì 18 febbraio, ore 22.30
LA DÉROBADE – VITA E RABBIA DI UNA PROSTITUTA PARIGINA (Francia/1979) di Daniel Duval (120’)

La commessa diciannovenne Marie s’innamora di Gérard, che la costringe a prostituirsi. Grazie all’amica Maloup e dopo molte sofferenze riuscirà ad affrancarsi dal suo aguzzino. Dal romanzo autobiografico di Jeanne Cordelier, grande successo in Francia, Daniel Duval (che si ritaglia anche l’ingrato ruolo di Gérard) trae un film crudo e diretto, che prende il tema di petto senza scivolare nel compiacimento o nel melodramma. César per la bravissima Miou-Miou, ma non le è da meno Maria Schneider, solo candidata come non protagonista.

Giovedì 20 febbraio, ore 20
CERCASI GESÙ (Italia/1982) di Luigi Comencini (105’)

Una casa editrice cattolica cerca qualcuno che impersoni Gesù per lanciare una pubblicazione sulla vita del Messia. La scelta ricade sul mite Giovanni, che diventerà bersaglio di un gruppo terroristico. Comencini tiene a bada l’irruenza di Beppe Grillo, facendogli guadagnare il David e un Nastro d’argento come attore emergente. Schneider è Francesca, altoborghese votata alla lotta armata, emblema “di un mondo pieno di violenza. Giovanni continua ad vere fiducia nel prossimo e per questo rimane moralmente vincente” (Luigi Comencini). Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale

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