Hannah e le sue sorelle

La commedia alleniana approda al romanzo. Ciclico, organico, tolstoiano: lungo due anni e tre Thanksgiving, una famiglia occupa il centro della scena e ogni suo interstizio. Struttura sontuosa, tessitura armoniosa: un film fatto di distinti attimi di felicità, della loro natura volatile e segreta, sempre nell’ombra di una delusione già in agguato. Un viso di donna in cui risplende un’intatta luce di adolescenza, il secondo movimento del Concerto in fa minore di Bach, ballare stretti in una stanza dello Sheraton sulle note lentissime di You Made Me Love You. Commedia esistenziale, e tanto più esistenziale dove più è comica. Il casting è di irripetibile perfezione: Michael Caine, Barbara Hershey, Max von Sydow, Dianne Wiest, Woody un poco di lato, e, più di tutti, Mia Farrow: in campi e controcampi di classica semplicità o in soffocanti panoramiche circolari, Allen la imprigiona (o così oggi ci sembra) tra delicatezza amorosa e risentimento segreto. (pcris)