Anora

Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes, è il capolavoro di un regista, Sean Baker, che “dai tempi di Prince of Broadway non ha mai smesso di creare delle vie di fuga, di leggerezza, di salvezza forse, di relativa, fugace gioia per i suoi protagonisti, giovanissimi o maturi, ma sempre ai margini stremi della scala sociale. Qui fa arrivare nel locale di lap dance dove lavora Ani un miliardario russo ventenne, scatenato, fuori dal controllo dei terribili genitori oligarchi, che prima le chiede di vivere come se fosse la sua ragazza per una settimana (dietro compenso di 15 mila dollari) e poi, a Las Vegas, di sposarlo. […] Prima di arrivare al finale dolentissimo ma non disperato, Baker costruisce una commedia surreale, nella quale rimette anche un po’ a posto i ruoli morali dei personaggi. Senza moralismi, come sempre. Con umana comprensione e parecchia indignazione” (Emanuela Martini).