Barry Lyndon, terzo film storico di Stanley Kubrick dopo Orizzonti di gloria e Spartacus, è un racconto bruciante sull’esilio, sull’essere uno straniero nella propria vita. L’interpretazione di Ryan O’Neal è stata giudicata legnosa, mentre in realtà rappresenta la recitazione cinematografica nella sua forma più sottile. Il legame con i film contigui nella filmografia di Kubrick è diretto. Il computer HAL di 2001: Odissea nello spazio, l’antieroe Alex di Arancia meccanica e Barry Lyndon sono tutti in conflitto con ciò che la cultura occidentale ha imparato a rispettare. Ma questi modelli d’esistenza si basano su una concezione errata della natura umana. Il XVIII secolo europeo è stato il periodo più formale della civiltà occidentale. In Barry Lyndon questa concezione trova un’espressione cinematografica perfetta. Nessun altro film si spinge così lontano nella rappresentazione della vita intesa come cerimonia e convenzione. È un’opera a sé stante nel panorama del film storico in costume. Redmond Barry entra nel sistema di valori di questa società e vi si sottomette completamente. La sua è la storia di un desiderio ossessivo di ascesa sociale, perseguito attraverso il matrimonio e la successione, tanto da far pensare a Sangue blu. Ma l’aspetto illusorio della proprietà gli sfugge.
“Barry era abbastanza intelligente da guadagnarsi una fortuna, ma incapace di conservarla”. Così, con il passare del tempo, il destino di Barry Lyndon è quello di finire “povero, solo e senza figli”. La violenza resta nascosta. È stato detto che Barry Lyndon è più violento di Arancia meccanica, solo che il meccanismo dell’inganno è più sofisticato. La rappresentazione della guerra è tra le più sconvolgenti del cinema moderno. Gli eserciti che obbediscono agli ordini di marcia sono ritratti come carne da cannone: gli uomini che cadono in massa sul campo di battaglia sembrano cavie in un esperimento. La morte diventa il denominatore comune. “Buoni o cattivi, belli o brutti, ricchi o poveri, ora sono tutti uguali” (William Makepeace Thackeray).
Peter von Bagh, appunti inediti tra i suoi scritti postumi (2014), curati in inglese da Antti Alanen
Serata promossa da Galletti
In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Modernissimo
ingresso libero