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Orso d’oro all’ultima Berlinale, il film di Mati Diop affronta temi complessi come la storia e le identità postcoloniali. Racconta il processo di restituzione da parte dei francesi di ventisei opere sottratte durante la colonizzazione di quello che era un tempo il Regno del Dahomey, nell’attuale Benin, in Africa occidentale. Fondato intorno al 1600, all’apice della sua potenza, tra XVIII e XIX secolo, vantava, oltre a un ruolo chiave nella tratta degli schiavi verso le Americhe, un notevole patrimonio artistico-architettonico. “Raramente un film si presenta con l’urgenza di Dahomey. […] Mati Diop firma alcuni dei momenti di cinema più forti visti nel 2024. Cinema politico, certo, ma dotato di una straordinaria capacità di astrazione fantastica che permette di intravedere fra le pieghe del racconto lo spettro dell’enciclopedia universale rosselliniana. Un film importante” (Giona A. Nazzaro).