Diabolik, chi sei? È la domanda che si fanno i Manetti Bros., arrivati al capitolo conclusivo della loro trilogia dedicata allo spietato criminale creato dalle sorelle Giussani. In questa terza parte, ispirata allo storico albo 107 del 1968, Diabolik dovrà confrontarsi con se stesso e con il proprio passato. I Manetti Bros. portano all’estremo la loro costruzione scenografica dell’universo del “re del terrore”, muovendosi tra vecchie certezze (via Marconi a Bologna è ormai luogo di inseguimenti per eccellenza) e nuove location, componendo, come in un puzzle, l’architettura anni Settanta di Clerville. È la più bella intuizione del film, da godere insieme al gioco dei cameo (da Carolina Crescentini a Max Gazzè), allo svago citazionista (con una gustosa apparizione di Barbara Bouchet). Accanto allo statuario Giacomo Gianniotti, Miriam Leone indossa la maschera di Eva Kant con sensuale disinvoltura, Monica Bellucci è l’elegante baronessa Altea e Valerio Mastandrea si conferma un Ginko memorabile. (gds)