Non plus ultra(s) del Diego Abatantuono comico, nelle varianti del ‘terrunciello’ e del baùscia meneghino, declinati in tre personaggi: Donato, ‘ras della fossa’ rossonera, il rozzo camionista pugliese Tirzan, tifoso sfegatato della Juve, e l’interista Franco, un buontempone, mal sopportato da moglie e suocera, che bighellona tutto il giorno con gli amici del bar. Il risultato è una gustosa satira degli eccessi del tifo e di una certa italietta sottoproletaria e cialtronesca d’inizio anni Ottanta. “Uso le parole che voglio, che mi suonano. Il linguaggio diventa gramelot. I miei personaggi dicono ‘viulenza’,
fanno quattro passi, vanno in discoteca, dove non si riesce a parlare, escono, vanno allo stadio, urlano. Canali per sfogare repressioni. Malinconia di non avere molti interessi. Ma non è mica colpa loro” (Diego Abatantuono).
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