Fuori

(Italia/2025) di Mario Martone (117')
Incontro con Mario Martone e la sceneggiatrice Ippolita Di Majo
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Arena Puccini
Fuori

(Italia/2025) di Mario Martone (117')

Con: Matilda De Angelis e Valeria Golino

Classificazioni:
Alcol o droga Età 10+
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Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l'incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.
Fuori non è classificabile come un vero e proprio film biografico. Principalmente perché Martone e Di Majo nella sceneggiatura decidono di fare un lavoro differente da quello che i canoni del biopic richiederebbero. Fuggono così alle tentazioni documentaristiche e si concentrano su tutte le terminazioni che una storia come quella di Goliarda Sapienza può rappresentare. Non che questo lo renda un film naïf o inaccessibile, tutt’altro. Quest’opera diventa luogo di una riflessione, di più riflessioni. Un film vitale sulla vita, sul desiderio, che non finisce per chiudersi su sé stesso ma dà sfogo a una luminosità, una grazia senza tempo. Martone riesce a non poeticizzare il carcere sebbene sia il luogo che segna una svolta nella vita della protagonista. È un film fatto di spazi, di conseguenza anche di luci. Nell’opposizione temporale, spaziale e luminosa tra il dentro rappresentato appunto dalla vita da carcerata e tutto quello che si trova all’esterno. [...] Se si può parlare di grazia il merito va condiviso tra chi lo ha scritto e chi lo ha interpretato. Golino, De Angelis ed Elodie rendono giustizia ai loro personaggi, con una nota particolare per Valeria Golino. Protagonista principale del film che allo stesso tempo si sottrae quasi allo spazio dell’immagine. Ci lascia così alla storia che la vede allo stesso tempo interprete che osservatrice. Nel 1992 Martone realizza il suo primo lungometraggio: Morte di un matematico napoletano. Si tratta di un film sugli ultimi giorni del docente universitario Renato Caccioppoli. Nel 1995 porta al cinema, primo in assoluto, un romanzo di Elena Ferrante, L’amore molesto. Nel 2004 è il turno di un romanzo di Goffredo Parise L’odore del sangue. [...]
La carriera di Martone si è dunque finora dipanata lungo un filo tra grandi autori e autrici, soprattutto napoletani, e la storia. Attraverso i suoi personaggi la storia, intesa come atto collettivo, assume una dimensione viva, reale. L’approdo a Goliarda Sapienza in questo senso sembra una naturale prosecuzione di un percorso artistico, di un discorso non solo filmografico.  Una dimensione che ancora di più si è fatta presente nella collaborazione con Ippolita Di Majo. I film di Martone possiedono un rigore storico che però nulla sottrae agli aspetti cinematografici. Proprio come gli autori letterari si studiano a scuola nella loro interezza per le correlazioni tra le opere, così dovrebbe essere per il cinema. Per conoscere un regista bisogna avere un quadro di insieme relativo alla sua filmografia. Martone, dunque, non approda per caso a Goliarda Sapienza. Fuori è la prosecuzione di un’idea di cinema. Un film sulla libertà, sul desiderio, l’amore e l’idea di affrancarsi dalle costrizioni, in breve.”
Stefano Minisgallo, MovieMag.it
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