Nel 1927 Upton Sinclair scrive Petrolio!: nel punto esclamativo sta tutta l’enfasi avida e il rovinoso trionfo di un’epica capitalista. Anderson offre del romanzo un adattamento libero, cupo, ossessivo. Daniel Day Lewis trivella il suolo e i sogni americani, abitato da un solo pensiero, capitano Achab gettato nel deserto. Accanto al petrolio scorrerà il sangue, non meno nero vischioso e denso (anche di metafore). Racconto metafisico, politico, criptohorror: l’America moderna nasce nella violenza e nella frode – di un capitalismo onnivoro e di un evangelismo untuoso. (pcris)