Solitario reduce di guerra, anche in Italia si trova a dover combattere per difendere la propria famiglia. L’opera seconda di Di Martino “sceglie modelli per lo più estranei alla tradizione consolidata del cinema italiano, andando a frugare nei canoni e nei topoi del revenge movie internazionale. L’operazione si regge quasi tutta sulle spalle di Fabrizio Gifuni, bravissimo nel far affiorare sulla pelle il suo lato oscuro e nel rendere con una recitazione mai sopra le righe, e giocata spesso di sottrazione, la furia che lo anima e lo muove. […] Da un attore noto soprattutto per essere un interprete ‘di parola’ non ti aspetteresti una performatività così fisica, così tutta calata nel corpo, nei muscoli, nei gesti. […] Gifuni si mette in gioco: tumefatto, cupo, furente, stremato, silente, ferito nell’anima prima ancora che nel corpo” (Gianni Canova).
In collaborazione con ERT / Teatro Nazionale – Arena del Sole.