Un’attrice va verso il palcoscenico come fosse il patibolo. D’altra parte, già porta il lutto di se stessa, d’una se stessa giovane che le riappare in fantasie morbose; o forse è la giovane fan uccisa da un’auto dopo averle chiesto l’autografo; o forse è solo che lei beve troppo, e tutto quel che vuol fare è continuare a bere, con tragica urgenza. Una messinscena dello squilibrio, solcata da violente tracce di rosso, una performance maestosa di Gena Rowlands, e un film-test: se tutto ciò di cui parla Cassavetes risuona in qualche modo dentro di noi, questo è un puro e durissimo capolavoro. (pcris)