L’imbalsamatore

Ispirato a un caso di cronaca, il quarto lungometraggio di Garrone è “una fiaba sospesa, fuori dal tempo” (parole del suo autore). Un tassidermista di bassa statura al soldo della malavita. Un nuovo assistente: giovane, alto, attraente. L’ambigua relazione s’incrina con l’arrivo di una ragazza. Il triangolo sfocia irrimediabilmente nella violenza. Tra le atmosfere cupe e minacciose del litorale casertano e una Cremona nebbiosa, Garrone tira i fili della sua tragedia umana della solitudine e della disperazione, “tra Terrence Malick e Tod Browning” (Lorenzo Codelli). (aa)