Dalla morte della moglie, Leonard Shelby ha perduto la memoria a breve termine e si affida ad appunti e fotografie per ricostruire i fatti. La sua malattia contagia anche la narrazione. Al secondo lungometraggio, Nolan porta alle estreme conseguenze la decostruzione temporale già sperimentata in Following. L’intreccio-puzzle che in brevi sequenze risale a ritroso il corso del tempo rende quasi inattingibile la concatenazione degli eventi. L’invito (o la sfida) allo spettatore è tentare di ricostruirla. Riflessione sull’inconoscibilità del reale. (aa)