“Il più sperimentale dei film recenti di Schrader. Nell’affrontare il senso della fine di un uomo, interpretato mirabilmente da Richard Gere, […] il film smonta la rete della linearità del tempo per lacerare l’ordito della narrazione di un’intera vita. Leonard, celebrato documentarista statunitense fuggito in Canada per sottrarsi alla leva durante la guerra in Vietnam, ormai malato terminale, accetta di raccontarsi davanti alla macchina da presa del suo ex allievo Malcolm per un documentario, rivelando le contraddizioni e le menzogne che si celano dietro la sua immagine pubblica. […] Raramente il rimpianto e il senso di colpa (e non solo questi nel cinema di Schrader) hanno trovato una forma così icastica.” (Giona A. Nazzaro)