Maggiori dettagli su:
Classificazioni:
Quindici anni di confino in una stanza con il solo conforto di uno schermo tv e un’ingiusta accusa di uxoricidio. Quanto basta per scatenare una cieca e sanguinosa sete di vendetta. “Forse il mio film del cuore. Meraviglioso. Per me è stato l’incontro con la cultura e il cinema coreano. Ho cercato di integrarlo un po’ nel mio cinema, non so con quanto successo. Quello che mi piace è questo apparente immobilismo dei personaggi di fronte alle avversità, quando invece dentro hanno tutto. Incredibile” (Gabriele Mainetti).