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L’eterno Peter Pan del cinema americano ci racconta come (non) è cresciuto. I Fabelman sono, trasfigurati, lui e la sua famiglia, circondati dal cinema visto, fatto e immaginato dal regista tra i sette e i diciotto anni. Un’arma potentissima, sconvolgente, che può mettere a nudo la verità e insieme amplificare la finzione. Ed è ciò che fa Spielberg con questo suo divertentissimo e struggente home movie, trasformando la realtà in un gigantesco,
meraviglioso, spaventoso sogno. L’insegnamento è quello di John Ford (che nel film fa un’apparizione folgorante, ma non diciamo di più), esplicitato nel finale dell’Uomo che uccise Liberty Valance: tra verità e leggenda, nel cinema – almeno in quello di Spielberg – vince la leggenda. E va benissimo così. (gds)