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Alla sua opera seconda Julia Ducournau ha vinto la Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, l’unica donna a riuscirci dopo la Campion di Lezioni di piano nel 1993. Aria dei tempi, s’è detto, nell’anno in cui anche Venezia ha premiato una regista. Ma la storia di Alexia, che ama le automobili da quando, da bambina, dopo un incidente, le venne impiantata una placca in titanio nel cranio, s’impone per la forza seducente delle sue immagini, per la violenza delle pulsioni che mette in scena, per l’ironia con cui rilegge un rapporto uomo-macchina di cronenberghiana memoria. E per la sua protagonista, insondabile, respingente, ultracorpo insieme umano e disumano. (aa)