Laura Betti, l’irriducibile

Nel 1971 Pasolini la definì “pioniera della contestazione” e, al tempo stesso, “sopravvissuta alla contestazione”. Si riferiva a quando, nella seconda metà degli anni Cinquanta, Laura Trombetti in arte Betti, rampolla di una prestigiosa famiglia bolognese, aveva creato il personaggio della Giaguara, geniale incarnazione autobiografica di una femminilità emancipata e provocatoria (anche sessualmente) che cantava i testi ideati per lei dai grandi scrittori italiani. Quel personaggio era troppo anticonformista e debordante per venire accolto dal cinema maschilista dell’epoca (con l’eccezione di Fellini che la chiamò nella Dolce vita). Poi il suo talento ispirò Pasolini che le fece impersonare ruoli sempre diversi, fra cui spicca la ‘santa’ contadina di Teorema (1968). Dagli anni Settanta, Betti divenne una meravigliosa caratterista del cinema europeo e, appunto, un’irriducibile sopravvissuta, che si batté con rabbia e intelligenza per difendere e diffondere l’opera pasoliniana in tutto il mondo con l’archivio a lui dedicato, che ha donato alla Cineteca di Bologna pochi mesi prima della morte, avvenuta nel 2004. (Roberto Chiesi)