Fondo Vittorio De Seta
La Storia
Il suo primo lungometraggio, Banditi a Orgosolo (1961), vince il premio come Opera Prima al Festival di Venezia (oltre al Premio Flaherty) e rende il nome di De Seta famoso nel mondo. Il secondo film, Un uomo a metà (1966) è un viaggio nel disagio interiore e non riscuote lo stesso successo di Banditi che era strutturato sull’indagine di una realtà esterna.
Allontanatosi dal cinema dopo la disastrosa esperienza del suo primo film commerciale, L’invitata (1969), De Seta esordisce sul piccolo schermo con Diario di un maestro (1973), interpretato da Bruno Cirino, una miniserie in quattro puntate che rimane una pietra miliare nella storia della televisione italiana. Molti sono i progetti che restano nel cassetto.
Il più significativo, quello sulla vita di Paolo di Tarso, è funestato anche dalla scomparsa nel 1980 di Vera Gherarducci, sua moglie, nonché co-sceneggiatrice e assistente alla regia di tutti i suoi film. Il suo ultimo lavoro, Lettere dal Sahara (2006) viene proiettato al Festival di Venezia, grazie all’intervento di Martin Scorsese che scrive una lettera al Presidente Carlo Azelio Ciampi. È l’ennesima delusione per un regista anomalo, che non si è mai piegato alle ragioni del successo commerciale, rendendosi la vita e la carriera impossibili.
Il Fondo
Il Fondo De Seta consta di circa 200 fascicoli che coprono l’intera carriera dell’autore, dai primi cortometraggi fino a Lettere dal Sahara. Soggetti, sceneggiature (realizzate o meno), lavori preparatori di documentazione, diari di lavorazione, appunti, articoli dell’autore pubblicati su riviste, rassegne stampa nazionali e internazionali, scambi epistolari ne costituiscono il nucleo.
Tra la corrispondenza segnaliamo che per gentile concessione di Vito Catalano della Fondazione Leonardo Sciascia (Racalmuto), l’archivio De Seta si è arricchito di quattro lettere che il regista ha inviato allo scrittore tra il 1967 e il 1978. A questi preziosi materiali si aggiungono le fotocopie delle due raccolte di poesie di Vera Gherarducci e quelle delle raccolte di poesie di Antonino Uccello a cui De Seta ha dedicato un documentario nel 2003.
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