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Un viaggio nel cinema oltre la Terra
La fantascienza è molto più di un genere cinematografico. È un modo di pensare, di raccontare, di immaginare. La scienza diventa fantasia, il futuro una pagina bianca per concepire ipotesi su ciò che ci attende. Tra i sottogeneri, oltre a distopie e attacchi alieni, c’è il viaggio spaziale, cui dedichiamo questa retrospettiva. La Luna e Marte la fanno da padrone: sulla prima ci siamo stati, sul secondo ci andremo (prima o poi). Méliès e Protazanov furono pionieri di illusioni e fantasticherie, prima che il cinema moderno provasse a rappresentare l’indicibile: 2001 è il viaggio dell’uomo come Tutto filosofico, Solaris è il pianeta-cervello, Il pianeta delle scimmie un remoto luogo stellare che si rivela assai vicino, l’universo di Dark Star un firmamento in cui l’uomo trasporta la sua ridicola immaturità. E, se Atmosfera zero traferisce il western su Giove e Moon allude a Pirandello sul satellite, quando qualcun altro farà un lungo viaggio per scoprire chi siamo (The Arrival) il nostro compito sarà invertire il cannocchiale e reinventarci come mondo.
Roy Menarini
(2001: A Space Odyssey, USA-GB/1968) di Stanley Kubrick (149′)
(GB-USA/2009) di Duncan Jones (97′)
(Russia/1924) di Jakov Protazanov (111′)
(Soljaris/1972) di Andrej Tarkovskij (165′)
(USA/1974) di John Carpenter (83′)
(Outland, GB/1981) di Peter Hyams (109′)
(Planet of the Apes, USA/1968) di Franklin J. Schaffner (112′)
(USA/2016) di Denis Villeneuve (116′)
(2001: A Space Odyssey, USA-GB/1968) di Stanley Kubrick (149′)